“AD MAIORA – Storie di Resilienza”: la rinascita, la meraviglia, l’indipendenza

«Tifare, gioire ed esultare allo stadio per la propria squadra del cuore insieme a migliaia di spettatori sono emozioni che dovrebbero essere accessibili a tutti. Esiste un progetto a Bologna, che rende possibili momenti preziosi di integrazione e inclusione come questi, accompagnando ragazzi e ragazze con disabilità allo Stadio Dall’Ara per vedere le partite»: parla di questo il terzo episodio della quarta stagione di “AD MAIORA – Storie di Resilienza”, progetto di cinematografia sociale e digital serie del genere docufiction, di cui anche «Superando.it» è media partner

AD MAIORA: quarta stagione, terzo episodio, "Un attimo di Noi"Avevamo ampiamente presentato, qualche settimana fa, la quarta stagione del bel progetto di cui «Superando.it» è media partner, denominato AD MAIORAStorie di Resilienza, iniziativa nata nel 2020, in piena pandemia da Covid, da un’idea della giornalista Deborah Annolino, un’opera di cinematografia sociale e una digital serie del genere docufiction, già vincitrice di premi sia a livello nazionale che internazionale.
«Vivere storie di resilienza, per compiere un viaggio attraverso le emozioni e le storie più autentiche»: questo il messaggio comune ad ogni stagione di AD Maiora, il tutto traendo costantemente ispirazione da alcuni tra gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
«La quarta stagione – aveva spiegato in sede di presentazione Deborah Annolino – sarà un viaggio nei volti e nei luoghi più nascosti che sarà centrato sul racconto di otto storie di coraggio, ambientate in Emilia Romagna. La parola chiave sarà la bellezza, declinata in momenti e significati diversi, dal sorriso o l’abbraccio tra nuovi amici, alla scoperta di luoghi che resistono al tempo, dalla forza dell’amore a supporto delle fragilità, fino al valore dello sport e del teatro come strumenti di inclusione e di superamento delle barriere culturali. Al centro, per altro, come nelle precedenti stagioni, vi saranno sempre Persone che aiutano altre Persone».

A partire dal 20 marzo, dunque, ogni settimana si è iniziato a rendere disponibile un episodio online. Più che vicini il titolo del primo (disponibile a questo link), storia di rinascita e di riscatto sociale con Rosaline quale protagonista, che insieme al marito e al figlio Reign, vive nel condominio Pantera Rosa di Cervia (Ravenna), gestito dalla Cooperativa Sole, una realtà abitativa sociale resa dai rapporti umani fra vicini un vero e proprio “progetto” all’insegna della solidarietà e dell’aiuto reciproco, nel segno dell’Obiettivo 10 (Ridurre le disuguaglianze) dell’Agenda ONU 2030.

La meraviglia, invece, è stato il secondo episodio (disponibile a questo link), viaggio alla scoperta di splendidi luoghi artistici e monumentali, capaci di resistere al tempo e di essere tramandati alle future generazioni grazie al lavoro dell’Associazione Succede solo a Bologna, realtà nata nel 2011 con l’obiettivo appunto di valorizzare e promuovere la cultura e il patrimonio artistico e monumentale di Bologna e Provincia e nello specifico il Teatro Mazzacorati e la Conserva di Valverde, conosciuta anche come Bagni di Mario. Il tutto nel segno dell’Obiettivo 11 (Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili) dell’Agenda ONU 2030.

Ha invece al centro la disabilità il terzo episodio, disponibile in questi giorni, intitolato Un attimo di noi (disponibile a questo link), che viene presentato così: «Tifare, gioire ed esultare allo stadio per la propria squadra del cuore insieme a migliaia di spettatori sono emozioni che dovrebbero essere accessibili a tutti. Esiste un progetto a Bologna che rende possibili momenti preziosi di integrazione e inclusione come questi, accompagnando ragazzi e ragazze con disabilità allo Stadio Dall’Ara per vedere le partite. Si tratta di Io sto con – Bologna for Community, sostenuto da PMG Italia, che mette appunto a disposizione il trasporto gratuito attraverso dei pullmini verso lo stadio in occasione delle partite del Bologna Calcio. La partita, in questo modo, diventa un momento di indipendenza e di emancipazione per chi ha una disabilità cognitiva o fisica; uno spazio dove coltivare la passione per il calcio ma soprattutto per stare insieme. Attimi di felicità che potremmo definire come “una tempesta, di gioia ed emozioni indescrivibili”. un progetto degno senz’altro di essere emulato e replicato in tante altre Regioni d’Italia».
In questo caso, quasi superfluo sottolinearlo, gli Obiettivi di riferimento dell’Agenda ONU 2030 sono naturalmente il già citato Obiettivo 10 (Ridurre le disuguaglianze), ma anche l’Obiettivo 3 (Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età). (S.B.)

Per ogni informazione e approfondimento: d.annolino@adcommunications.it (Deborah Annolino).

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