Diritti

Disabilità: quanto mi costi!

Continuiamo a denunciare – con fatti e testimonianze dirette – i gravi disagi che i controlli straordinari sull’invalidità e l’informatizzazione delle procedure attuata dall’INPS stanno creando a migliaia di Cittadini con disabilità e alle loro famiglie. Questa volta l’attenzione di un nostro Lettore è centrata anche sui costi e sui tempi sprecati in operazioni burocratiche non sempre necessarie

Dai diritti costituzionali ai diritti esigibili

È liberamente consultabile la versione aggiornata al 2011 della guida legislativa elaborata per la prima volta nel 2009 dal Centro Nazionale Malattie Rare (CNMR) dell’Istituto Superiore di Sanità, insieme all’associazione bolognese Crescere e all’Associazione per la Sindrome di Prader Willi Calabria, perché «anche gli strumenti giuridici sono essenziali per combattere le Malattie Rare»

Scarse e talora confuse le informazioni dall’INPS

Stiamo denunciando ormai da tempo – con fatti e testimonianze dirette – i gravi disagi che i controlli straordinari dell’invalidità e l’informatizzazione delle procedure attuata dall’INPS stanno creando a migliaia di Cittadini con disabilità e alle loro famiglie. Questa volta l’attenzione è centrata sul fatto che i percettori di assegno d’accompagnamento devono quasi necessariamente rivolgersi a un CAF (Centro di Assistenza Fiscale) e sulle contraddizioni nelle informazioni diffuse tra gli stessi uffici periferici dell’Istituto e la Direzione Generale di esso. E qui si parla di comunicazioni da parte dei Cittadini che – è bene ricordarlo – se non effettuate entro il 31 marzo prossimo, comporteranno la sospensione delle provvidenze

Buon compleanno, Legge 67! Come ti stanno utilizzando?

A cinque anni esatti dall’approvazione della Legge 67/06 – che tutela le persone con disabilità vittime di discriminazioni – meritano di essere registrati alcuni pronunciamenti giudiziari che vanno letti come importanti segnali sulla forza sempre maggiore del principio di parità di trattamento il quale, secondo quella stessa Legge 67, comporta che non possa essere praticata alcuna discriminazione in pregiudizio delle persone con disabilità, spaziando su varie attività della vita

In tempi di drastici tagli, ci sono Sentenze da non dimenticare

Una di quelle, ad esempio, è la Sentenza pronunciata nell’estate del 2009 dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Lombardia, Sede di Brescia – tra l’altro recentemente confermata dal Consiglio di Stato – con la quale si stabilì che i Comuni hanno l’obbligo di chiedere alle persone con disabilità la compartecipazione alle spese sociali del loro ricovero in strutture residenziali o semiresidenziali, solo in base al loro reddito personale e non del nucleo familiare. Particolarmente interessante la motivazione utilizzata: il TAR, infatti, precisa che il riferimento al reddito personale dell’interessato è stato voluto dal Legislatore per garantire la permanenza in famiglia o comunque un costante riferimento ad essa, senza che ciò debba costituire un danno economico per la stessa. E questa è proprio la logica dell’inclusione, che il Tribunale fa risalire anche alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, Trattato che viene letteralmente “esaltato” in questa decisione

Non possono essere quei Centri a decidere se ammettere o no le persone

Si tratta dei Centri di riabilitazione funzionale, ma anche sociale, previsti dalla Legge che istituì il Servizio Sanitario Nazionale, ai quali però una Delibera della Regione Lazio conferisce prerogative in contrasto con la Legge 328/00 – in ambito di progetti individuali delle persone con disabilità – ciò che discrimina e lede la dignità di quelle stesse persone e delle loro famiglie

Come gonfiare le statistiche dei «falsi invalidi» sulla pelle di quelli veri

È solo uno, il caso che qui presentiamo, ma non è certo un’eccezione, tutt’altro. Si tratta però di una vicenda particolarmente significativa di quanto possano essere inattendibili le cifre sbandierate nei giorni scorsi dall’INPS, sul contrasto ai cosiddetti “falsi invalidi”, quando a gonfiare le statistiche vi sono revoche di prestazioni a persone con tetraplegia spastica neonatale – come quella di cui parliamo – che per legge dovrebbe essere esentata da qualsiasi ulteriore verifica

Se «sparare sulla Croce Rossa» diventa uno sport ufficiale

«I controlli dell’INPS sulle pensioni di invalidità continuano a ritmo serrato e cominciano a dare risultati importanti», scrive il sociologo Luca Ricolfi, ma secondo Antonio Bondavalli – responsabile del Centro InfoHandicap del Friuli Venezia Giulia – nella sua analisi mancano troppi elementi fondamentali, per poterla condividere. Infatti, oltre a molti dettagli che tali non sono, in particolare «non emerge, laddove effettivamente vengono riscontrati degli illeciti, che la colpa è sì sicuramente di chi si è spacciato per invalido, ma anche e soprattutto di coloro i quali, medici delle USL e dell’INPS, a suo tempo lo avevano visitato! Ma di questi nessuno ne parla…»

Vorremmo proprio non averne bisogno, dei permessi lavorativi…

Era stato proprio il nostro sito – tra i pochissimi – a occuparsi di quel modulo che i dipendenti pubblici sono obbligati a firmare, quando usufruiscono dei permessi lavorativi ai sensi della Legge 104/92, come è stato stabilito da una recente Circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica. Un modulo che dichiara tra l’altro: «Il dipendente è consapevole che la possibilità di fruire delle agevolazioni comporta un onere per l’amministrazione e un impegno di spesa pubblica che lo Stato e la collettività sopportano solo per l’effettiva tutela del disabile». Una formula che suscita indignazione e che fa ora parlare di beffa, oltre al danno, anche all’associazione romana Autismo e Futuro

Protesi acustiche: non più accettabili quelle differenze di prezzo

Lo sostiene l’Associazione Luca Coscioni, che per questo ha presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – meglio nota come Antitrust – chiedendo l’apertura di un’istruttoria. Perché, infatti, pur a parità di marca e di modello, una stessa protesi acustica costa 5.000 euro in Italia e 1.600 in Germania?

Invalidità civile: dura denuncia dei medici dell’INPS

E alla fine sono gli stessi medici dell’INPS – con una lettera dura e circostanziata – a confermare le preoccupazioni, i dubbi e le denunce della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – che sul tema ha anche elaborato un’Interrogazione da presentare in Parlamento – rispetto ai nuovi procedimenti di riconoscimento e accertamento dell’invalidità civile. «Si tratta – secondo Pietro Barbieri, presidente della FISH – di una svolta importante perché colpisce la monolitica intangibilità che l’INPS si era ricavato, forte di alcune protezioni politiche. Ora i mandanti politici di queste operazioni dovranno renderne conto al Parlamento e ai Cittadini»

Un’Interrogazione della FISH per fare chiarezza sui ritardi dell’INPS

L’avevamo denunciato nei giorni scorsi: quella che poco meno di due anni fa l’INPS aveva annunciato come “una nuova era” per le certificazioni di invalidità, destinata a eliminare il pregresso, a velocizzare i tempi e a rendere più trasparenti le procedure, non sta certo portando ai risultati sperati. Anzi, non passa giorno in cui i Cittadini non segnalino inspiegabili ritardi, i patronati sindacali non accusino difficoltà ingestibili nelle nuove procedure, le Aziende USL non riescano ad accedere ai nuovi sistemi. Per fare chiarezza sulle ragioni di questo fenomeno e per evitare mistificazioni, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha elaborato in questi giorni un’Interrogazione, mettendola a disposizione dei Parlamentari più interessati a conoscere l’effettiva qualità dei servizi resi ai Cittadini e la finalizzazione dei soldi pubblici

Chi assiste un disabile non è un «parassita»: offensive quelle parole

Sono le parole usate nel modulo che i dipendenti pubblici sono obbligati a firmare, quando usufruiscono dei permessi lavorativi ai sensi della Legge 104/92, ciò che è stato stabilito da una recente Circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica. Vale la pena citare testualmente quel passaggio che dice: «Il dipendente è consapevole che la possibilità di fruire delle agevolazioni comporta un onere per l’amministrazione e un impegno di spesa pubblica che lo Stato e la collettività sopportano solo per l’effettiva tutela del disabile». Parole che suscitano indignazione e anche un pizzico di amara ironia, rilevando che è stato messo nero su bianco quanto sostiene chi dice di dover lavorare di più «per colpa dei colleghi che usufruiscono della Legge 104»!

Un bando in Sardegna per istituire il Registro degli amministratori di sostegno

È aperto fino al 25 febbraio il bando pubblicato dal Comune sardo di Guspini, nella Provincia del Medio Campidano, prodotto dal locale Distretto Sociosanitario, per trovare persone interessate a svolgere – a titolo gratuito e dopo un breve corso di formazione – il ruolo di amministratore di sostegno, figura introdotta nel nostro Paese dalla Legge 6/04, che con la sua flessibilità ha segnato realmente una svolta, in ambito di protezione giuridica delle persone in stato di fragilità, superando le assai più rigide forme dell’inabilitazione e dell’interdizione

I ritardi dell’INPS e la pazienza sempre più scarsa dei Cittadini

Vediamo perché le nuove procedure per il riconoscimento dell’invalidità civile – nate con la promessa di una semplificazione per il Cittadino e con l’intento di limitare gli abusi – si stiano rivelando del tutto fallimentari e creino disagi enormi alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Un intervento che oltre a non aiutare certo queste ultime, non giova assolutamente nemmeno a stanare i cosiddetti “falsi invalidi”

Insieme a sostegno

Si chiama così l’iniziativa milanese condotta nell’ambito del Progetto AdS – nato per promuovere l’istituto dell’amministrazione di sostegno – che coinvolge già quasi tutte le Province della Lombardia. A coordinarlo, sul territorio dell’ASL di Milano, è l’Associazione Oltre noi… la vita, che ha promosso per l’8 febbraio un seminario dedicato allo stato di avanzamento di “Insieme a sostegno”, cui sono state invitate tutte le ventuno organizzazioni aderenti, ma anche i rappresentanti delle varie Istituzioni competenti in materia di protezione giuridica delle persone in stato di fragilità

Il progetto individuale è un diritto soggettivo

Viene accolta con grande soddisfazione – dall’ANFFAS Nazionale e da quella della Sicilia – la Sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale di Catania che ha stabilito con chiarezza come la posizione di una persona con disabilità che non abbia potuto beneficiare di quanto previsto dal suo progetto di vita individualizzato e personalizzato (come da Legge 328/00, articolo 14), abbia «la consistenza del diritto soggettivo». Si tratta di un pronunciamento che rafforza l’azione già avviata dall’ANFFAS per il rispetto in tutta Italia di quello stesso articolo della Legge 328/00

Permessi lavorativi: il pericoloso precedente di Mirafiori

Il recente Accordo voluto dalla Fiat e sul quale si è pronunciata favorevolmente la maggioranza dei lavoratori, interverrà anche sui permessi riconosciuti dalla Legge 104/92 ai lavoratori che assistono familiari con handicap grave e agli stessi lavoratori con disabilità grave, costituendo un pericoloso precedente, che potrà improntare i futuri rapporti sindacali e condizionare la stessa azione degli istituti previdenziali

L’AISLA chiede chiarimenti su quei fondi

Anche l’AISLA – tramite una lettera inviata dal proprio presidente Mario Melazzini al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e ai ministri della Salute e dell’Economia Ferruccio Fazio e Giulio Tremonti – dichiara le proprie perplessità e i dubbi, rispetto allo stanziamento di 100 milioni di euro in favore della ricerca e dell’assistenza ai malati di sclerosi laterale amiotrofica, stabilito nell’ambito del cosiddetto “Decreto Milleproroghe”, di cui al Senato si sta dibattendo in questi giorni la conversione in legge. «Pur essendo in sé positiva la disponibilità di tali fondi in favore delle persone con SLA – scrive Melazzini – lascia perplessi il fatto che non si tratta di risorse aggiuntive, ma, di fatto, tolte dalla quota del 5 per mille, privando tante Associazioni di volontariato, impegnate quotidianamente nel supporto alle persone fragili e con disabilità, di risorse assolutamente vitali»