Quei Piani mancati e l’esempio di Tarquinia

In un contesto in cui la stragrande maggioranza dei Comuni e delle Province Italiane ha “dimenticato” di adottare i Piani di Eliminazione delle Barriere Archiettoniche (PEBA), pur obbligatori per legge dal 1987, va registrata con soddisfazione l’iniziativa di Tarquinia (Viterbo), che grazie all’impegno del consigliere comunale Marco Gentili, inserirà il PEBA nel Piano Urbanistico Comunale Generale

Ufficio giudiziario inaccessibile

Un ufficio giudiziario inaccessibile alle persone con disabilità motoria

«Per la stragrande maggioranza dei soggetti obbligati ad adottare quei Piani già dal febbraio del 1987 – aveva scritto qualche mese fa Gustavo Fraticelli, copresidente dell’Associazione Luca Coscioni – la parola PEBA è solo un oscuro acronimo, anziché uno strumento basilare per dare certezza prospettica ai diritti delle persone con disabilità».
Di tale denuncia anche il nostro sito aveva ampiamente riferito, parlando appunto di quei Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), che i Comuni e le Province avrebbero dovuto adottare entro il 28 febbraio 1987, a un anno cioè dall’entrata in vigore della Legge 41/86 (articolo 32, commi 21 e 22), pena un “commissariamento ad hoc” da parte delle Regioni.
E invece, come aveva aggiunto Fraticelli, «ben pochi Comuni italiani hanno adottato il PEBA. Guardando ad esempio ai capoluoghi di Regione, l’unico ad avere provveduto è stato quello di Venezia-Mestre». In tal senso, il copresidente dell’Associazione Coscioni aveva motivatamente avanzato la richiesta di «pretendere dai Sindaci di tutti gli 8.000 e più Comuni italiani la redazione di quei Piani», rivolgendosi in particolare «a quelle persone con disabilità che hanno funzioni istituzionali o anche di collaborazione nel settore “Disabilità” di molti Comuni Italiani».
Aveva infine proposto un paio di semplici, ma incisive azioni, quali «l’accertamento della mancata o carente adozione del PEBA, tramite una formale richiesta di accesso agli atti del singolo, che una persona con disabilità, in quanto tale, ha la legittimazione a fare» e un’eventuale «azione legale nei confronti del Sindaco, da una parte, del Presidente della Regione dall’altra, per omissione di atti d’ufficio».

In tale contesto, viene dunque registrata con soddisfazione e valutata come la prima iniziativa del genere, nel Lazio, quella attuata da Marco Gentili, consigliere comunale di Tarquinia (Viterbo) e responsabile del Nucleo Promotore di Viterbo dell’Associazione Coscioni, che ha chiesto un incontro programmatico con il proprio Sindaco (Mauro Mazzola), il Vicesindaco (Renato Bacciardi, delegato anche all’Urbanistica) e l’Assessore delegato ai Lavori Pubblici, all’Arredo Urbano e al Verde Pubblico (Anselmo Ranucci), riguardo all’attuazione del PEBA nella propria città, che dopo tale incontro verrà effettivamente inserito nel Piano Urbanistico Comunale Generale della città.
«Mentre quindi la Capitale d’Italia attua comportamenti discriminatori per i diritti dei disabili – commenta Fraticelli, riferendosi a una recente condanna inflitta dal Tribunale di Roma al Comune capitolino, per «discriminazione indiretta», ai sensi della Legge 67/06, riferita all’inaccessibilità dei trasporti pubblici – a Tarquinia Gentili ricopre invece in maniera responsabile il ruolo di garante dei diritti delle persone con disabilità». E conclude: «Ci attendiamo, a questo punto, che anche qualcuno tra i 170.000 circa Consiglieri degli 8.000 Comuni italiani abbia la sua stessa volontà e capacità di porre con forza, nell’agenda dei vertici amministrativi, la questione dei Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, la cui adozione, anche se obbligatoria, latita ormai da venticinque anni». (S.B.)

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