L’Arte che fa bene. Forme e percorsi di inclusione

È così inappropriato promuovere un incontro dedicato alla disabilità e all’inclusione all’interno di un festival di jazz? Niente affatto, secondo l’ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), che a tal proposito ha proposto per la mattinata di domani, 29 settembre, a Cagliari, l’incontro intitolato “L’Arte che fa bene. Forme e percorsi di inclusione”, all’interno della Rassegna “Forme e Poesie nel Jazz”. Il tutto tenendo come “stella polare” la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, insieme al pianista e jazzista cieco Ivan Dalia, che con la sua musica “scuote gli stereotipi”

Ivan Dalia

Il pianista e jazzista cieco Ivan Dalia

È così inappropriato promuovere un incontro dedicato alla disabilità e all’inclusione all’interno di un festival di jazz? Niente affatto, secondo l’ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), che a tal proposito – pur convenendo sulla singolarità dell’iniziativa – ha proposto per la mattinata di domani, 29 settembre, alla Manifattura Tabacchi di Cagliari (ore 11), l’incontro intitolato L’Arte che fa bene. Forme e percorsi di inclusione, all’interno della Rassegna Forme e Poesie nel Jazz.
Prima di esibirsi nella serata dello stesso giorno con il suo trio, protagonista dell’incontro sarà Ivan Dalia, pianista e jazzista cieco di cui ci siamo già ampiamente occupati nel nostro giornale, sottolineando come la sua musica e la sua personalità «scuotano gli stereotipi e sostengano i diritti». Al suo fianco Marco Espa, presidente della Federazione Italiana ABC e Francesca Palmas, esponente dell’ABC Sardegna.
Per far capire poi ancor meglio il perché di questo incontro, cediamo ben volentieri la parola alla stessa ABC Sardegna.

«È attiva da anni la discussione, a livello internazionale, che analizza i temi della discriminazione, della segregazione fisica, della mancanza di pari opportunità che le persone con disabilità subiscono dalla società. La disabilità è un concetto in evoluzione: essa è il risultato dell’interazione tra persone con minorazioni e barriere attitudinali e ambientali, che ne impediscono la piena ed efficace partecipazione nella società su una base di parità con gli altri; questo impone che la società stessa ne tenga conto in ogni decisione e politica di sviluppo e organizzazione di sistemi che devono essere inclusivi.
Per esempio, oggi, a livello internazionale, si preferisce parlare di persone con disabilità, usando il termine persona perché al centro vi è, appunto, la persona, la sua specificità e dunque irripetibilità con tutte le sue caratteristiche.
È ancora lunga la strada per fare accettare le diversità umane come ricchezza: il colore della pelle, le credenze religiose, l’orientamento sessuale, l’età, la condizione di disabilità sono ancora considerate caratteristiche socialmente indesiderabili. E sono solo queste diversità che producono lo stigma sociale negativo che la società ci attribuisce, per cancellare il trattamento disuguale e discriminatorio che ha riservato alle persone che avevano quelle caratteristiche. Solo garantendo a ciascuno le pari opportunità sarà possibile costruire inclusione vera.
Tra i suoi articoli fondamentali, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità recita – sempre sulla base dell’uguaglianza con gli altri -: “Art. 30 – Gli Stati Parti prenderanno misure appropriate per dare alle persone con disabilità l’opportunità di sviluppare e realizzare il loro potenziale creativo, artistico e intellettuale, non solo a proprio vantaggio, ma anche per l’arricchimento della società [grassetti nostri nella citazione, N.d.R.]”.
Di questi temi parleranno con il musicista cieco Ivan Dalia i rappresentanti della nostra Associazione da sempre in prima linea in Sardegna e nel resto d’Italia per la promozione del diritto alla vita indipendente, all’inclusione, alla libertà di scelta e autodeterminazione delle persone con disabilità e le loro famiglie; esperienze e testimonianze di vita contro ogni forma di esclusione sociale, stereotipi e barriere culturali, perché solo così può migliorare non solo la qualità della vita delle persone con disabilità stesse, ma anche la società nel suo insieme.
“Sembra sempre impossibile fino a quando non viene fatto” (Nelson Mandela)».

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@abcsardegna.org.

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