Editoriali

Alcune frasi da tenere sempre in mente

James Ensor, "L'intrigio", 1890, particolare

«Tra le “cose da ricordare” nel Giorno della Memoria – scrive Stefano Borgato – dovrebbero esserci anche frasi come quelle pronunciate da alcuni nostri contemporanei, medici e studiosi, secondo i quali sarebbe “immorale mettere al mondo persone con disabilità”. Solo così, infatti, il 27 gennaio potrà diventare una “ricorrenza viva”, con il suo valore di monito per il futuro, attivo in tutti gli altri giorni dell’anno»

Con la matita, con la penna, su una tastiera

Una delle migliaie di penne levate in Place de la République a Parigi, dopo la strage nella redazione del giornale «Charlie Hebdo»

«Quei colpi d’arma da fuoco – scrive Stefano Borgato – che a Parigi hanno ucciso a sangue freddo dodici persone, giornalisti, vignettisti e poliziotti, vorrebbero disorientare e togliere vigore a chi pensa che il libero dibattito delle idee possa cambiare in meglio la propria società. Ma per quanto ci riguarda, il risultato è proprio quello opposto»

Solo l’unione può fare la forza

Solo l’unione può fare la forza

«Sono convinto – scrive Salvatore Nocera, commentando una riflessione di Gianfranco Vitale apparsa su queste stesse pagine, dedicata alla frammentazione delle organizzazioni impegnate sul fronte dell’autismo – che le famiglie debbano prendere consapevolezza che solo l’unione fa la forza e che le piccole Associazioni debbano collegarsi e far parte di un raggruppamento più grande, unica strategia vincente per ottenere il riconoscimento dei diritti»

Uno scatto d’orgoglio, per riprendere il cammino

Uno scatto d’orgoglio, per riprendere il cammino

«Mai come adesso – scrive Franco Bomprezzi – ci vorrebbe uno scatto d’orgoglio, prepolitico, semplicemente di cittadinanza e di appartenenza, capace di farci riprendere il cammino, in ogni campo. E come persone impegnate nella comunicazione, nell’informazione di servizio, nel racconto del welfare che cambia, non possiamo chiamarci fuori»

Sereni non stiamo di sicuro

«Caro Renzi - scrive Franco Bomprezzi -, c’è solo una cosa da fare. Tra un tweet e l’altro, durante la Leopolda o subito dopo, manda un segnale forte: 
"Mi sono sbagliato, sulla disabilità non si taglia #statesereni". Che comunque, a dirla tutta, sereni non stiamo di sicuro»

«Pensavo sinceramente – scrive Franco Bomprezzi, commentando la bozza della Legge di Stabilità – che indietro, almeno rispetto all’esiguo bilancio degli ultimi anni, fosse impossibile tornare, e invece, almeno in prima battuta, ci risiamo. E mentre il “Programma d’Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità resta fermo tra i buoni propositi, i tagli alle Regioni e ai Comuni sono l’unica certezza conclamata»

Nel Paese sbagliato, nel momento sbagliato

Un volontario di Medici Senza Frontiere cura alcune persone africane colpite dal virus Ebola (©John Moore/Getty Images)

«Lo spettacolo offerto dalle Nazioni evolute di fronte alla diffusione del virus Ebola è indecente», scrive Franco Bomprezzi. «E in fin dei conti – aggiunge – noi stessi ben poco ci preoccupiamo di quegli uomini, di quelle donne, di quei bambini che ogni giorno cadono senza altra colpa che quella di essere nati nel Paese sbagliato, nel momento sbagliato»

“Programma dei mille giorni”: un’idea altra di civiltà

“Programma dei mille giorni”: un’idea altra di civiltà

«Entro mille giorni saremo un Paese civile», ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, lanciando il cosiddetto “programma dei mille giorni”. «Abbiamo evidentemente un’altra idea di civiltà – commenta Carlo Giacobini – se in quel programma non ricorre nemmeno una parola riguardo alla povertà, alla non autosufficienza, alla disabilità, questioni da affrontare invece con risorse, idee, riforme strutturali, decisione e celerità»

Il bisogno quasi disperato di trovare nuove risorse

Il presidente del Consiglio Renzi alle prese con l'iniziativa del secchio di acqua gelata contro la SLA ("Ice Bucket Challenge")

«È evidente – scrive Franco Bomprezzi, di fronte al successo delle “secchiate di acqua gelata” contro la SLA – che c’è un bisogno quasi disperato di trovare nuove ed efficaci forme di raccolta fondi, visto il calo irreversibile dei finanziamenti pubblici e delle sponsorizzazioni. Ma è necessario educare i donatori a distinguere al volo le buone cause e avvicinarli alla causa per la quale si sono impegnati»

Chi era la persona con un grave handicap?

Il giovane con disabilità ucciso dal padre a San Fele (Potenza)

«Non possiamo accettare neanche per un attimo questo rassegnato e scorretto cliché informativo»: lo scrive Franco Bomprezzi, di fronte all’ennesima, pazzesca strage in famiglia, all’origine della quale, secondo le cronache, vi sarebbe stata la «non sopportabilità della condizione del figlio disabile». E aggiunge: «Era eventualmente l’omicida-suicida la persona con un grave handicap. Non il figlio»

Lavoro: uniti com’è giusto, combattivi com’è doveroso

“Emergendo”, nome dell’evento in programma il 17 luglio a Milano, è «un’altra bella idea – scrive Franco Bomprezzi -, per far capire quanto possano essere produttive e realizzate le persone con disabilità, quando trovano e mantengono un lavoro e lo svolgono al meglio». Ed è anche un segnale, aggiunge, di come, pur in periodi duri come questo, sul lavoro «non si debba mai abbassare la guardia, uniti com’è giusto, combattivi com’è doveroso»

Il volto nascosto della violenza internazionale

«Anche non volendo entrare nel “gioco perverso” delle giustificazioni e delle reciproche accuse – scrive Franco Bomprezzi, parlando della distruzione di un centro per disabili nella Striscia di Gaza -, resta il fatto che per ragioni militari hanno perso la vita e la serenità persone che nulla hanno a che fare con la guerra, e che già vivono sulla propria pelle i segni di una fragilità, di una menomazione, di una disabilità. E’ inaccettabile, è terribile, è disumano»

Prove tecniche di condivisione

«Non ho avvertito sensazioni di ipocrita benevolenza – scrive Franco Bomprezzi, parlando dell’iniziativa “Nei panni delle persone con disabilità”, che ha avuto per protagonisti alcuni Consiglieri Regionali Lombardi – in quella che è stata una “prova tecnica di condivisione”, per spronare tutti a fare, a decidere, a programmare, a includere pienamente la disabilità fra le condizioni normali e ordinarie dell’esistenza dei cittadini»

È il tempo dei fatti e dell’impegno

«Ognuno di noi – scrive il nostro direttore responsabile Franco Bomprezzi, dopo la recente nomina a consulente per l’accessibilità dell’“Expo 2015” di Milano – deve gettare il cuore oltre l’ostacolo, metterci anima, cuore e cervello, perché un’occasione formidabile di diffusione di una cultura dell’accessibilità e dell’accoglienza per tutti, come l’“Expo 2015”, non capita spesso»

Il lavoro è prima di tutto dignità e rispetto

«Quanti in Italia sono nella situazione di Massimo Vettoretti (non vedenti e persone in genere assunte come invalide), e vengono utilizzati poco e male?»: così Franco Bomprezzi commenta la vicenda di Treviso, da noi denunciata nei giorni scorsi, in cui il presidente dell’UICI locale, centralinista presso la Motorizzazione Civile, è stato “sostituito” da una segreteria elettronica e non può svolgere altre mansioni, mancando il computer giusto

Ai confini della realtà?

È un curioso parallelo con la celebre serie televisiva riprogrammata in questi giorni dalla RAI – “Ai confini della realtà”, appunto -, quello suggerito da Franco Bomprezzi, quando commenta le accuse di tangenti e gli “arresti eccellenti” a Venezia. «È come se vivessimo – scrive infatti – in un “mondo parallelo”, rispettando le regole, fornendo ingegno e lavoro praticamente in forma gratuita, ma sempre tornando alla casella del “via”»

C’è una buona ragione per fare l’Expo e per farla bene

«Mentre l’opinione pubblica – scrive Franco Bomprezzi – guarda al vertice voluto per rianimare l’“Expo 2015”, dopo che il malaffare è emerso con violenza, al Comune di Milano si svolge la prima riunione operativa di uno dei tavoli avviati per rendere la città più accessibile a tutti, nella previsione che per l’Esposizione Universale arrivino centinaia di migliaia di persone con disabilità. Ecco una buona ragione per fare bene l’“Expo 2015”»

Serve uno sforzo in più, per non cedere allo scoramento

«Tutti quelli che possono sinceramente ritenersi estranei a questa melma dilagante – scrive Franco Bomprezzi, commentando gli arresti legati agli appalti per l’“Expo 2015” di Milano – devono fare uno sforzo in più per non cedere allo scoramento. Dobbiamo cioè continuare a fare la nostra parte, nel volontariato, nelle imprese sociali, nel lavoro, nella comunicazione, persino nelle relazioni umane. Il silenzio aiuta solo gli sciacalli»

La ragione non dà la felicità

«Una delle conseguenze peggiori del cosiddetto “Caso Stamina” – scrive Franco Bomprezzi – è stata certamente la divisione tra famiglie alle prese con patologie analoghe, dalla diagnosi infausta, e dalle cure inesistenti, nonostante la ricerca stia continuando a lavorare, ma con i suoi tempi, e con gli incerti esiti che tuttora attengono al campo delle cellule staminali, in tutto il mondo»

Chi risarcirà i danni per quei controlli illegittimi?

«L’INPS è stato condannato – scrive Franco Bomprezzi – e di fatto, a questo punto, è in discussione un intero biennio di controlli straordinari dell’invalidità, disposti sotto il titolo di “caccia ai falsi invalidi”. Si è trattato invece, in nome della sacrosanta lotta alle “false invalidità”, di un abuso di posizione dominante e di un mancato rispetto dei diritti delle persone con disabilità e delle procedure corrette di verifica»