Chi ben comincia…

«Sugli “incipit”, ovvero sulle prime frasi di tante celebri opere letterarie, si è scritto un po’ di tutto. Oggi, “grazie” alla disabilità, vorrei giocarci su, dissacrando un po’ quell’aura da cui spesso sono circondati»: è questo il tema al quale Gianni Minasso dedica una nuova incursione nella sua rubrica “A 32 denti (Sorridere è lecito, approvare è cortesia)”, fatta di pungente ironia, di grottesco e talora della comicità più o meno involontaria che, come ogni altra faccenda umana, può riguardare anche il mondo della disabilità

Realizzazione grafica di Gianni Minasso

Realizzazione grafica di Gianni Minasso

Per la critica letteraria moderna la parola incipit, derivante dal verbo latino “iniziare”, non è solo la prima parola o la prima frase di un libro, ma l’intera tranche d’avvio. Sugli incipit si sono sviluppati studi anche complessi, si è dissertato, si sono scritti fior di saggi eccetera. Oggi, “grazie” alla disabilità, vorrei giocarci su, dissacrando un po’ quell’aura da cui spesso sono circondati. Quindi, della serie chi ben comincia è a metà dell’opera, ecco le prime righe appartenenti a una manciata di libri famosi e comunque da me scelti in modo arbitrario.
Scrivendo questo ennesimo, esecrabile, pezzo, ho scoperto con stupore l’estrema duttilità degli incipit e la conseguente facilità di piegarli ai miei voleri. Ho potuto così effettuare qualche irruzione in diversi temi caldi della disabilità, approfittandone nel contempo per ripercorrere alcuni passi vergati da grandi autori (altro che l’imbrattacarte sottoscritto…).

A mio modesto avviso, l’opera di Gianni Rodari andrebbe presa in considerazione, valorizzata e utilizzata molto più di quanto sia stato fatto finora. Detto ciò, ecco l’incipit del suo Novelle fatte a macchina e poi, a seguire, la mia profanazione.
«Un coccodrillo si presenta alla sede della RAI-TV, Viale Mazzini 14, Roma, e chiede di essere ricevuto dal direttore del programma Rischiatutto. Il portiere non vuole lasciarlo passare. Il coccodrillo insiste: – Non vedo alcun cartello che vieti l’accesso ai coccodrilli. Lei vuole forse saperne più dei cartelli?».
Un disabile si presenta alla sede della RAI-TV, Viale Mazzini 14, Roma, e chiede di essere ricevuto dal direttore del programma Telethon. Il portiere non vuole lasciarlo passare. Il disabile insiste: – Non vedo alcun cartello che vieti l’accesso ai disabili. Lei vuole forse saperne più dei cartelli?».

Con il suo Il gene egoista, Richard Dawkins mi ha cambiato letteralmente la vita. Oddio, continuo a essere seduto in carrozzina, ma, dopo la lettura del biologo britannico, le mie riflessioni sul mondo e sul nostro destino hanno assunto la stessa potenza di un caccia F-22 al decollo.
«La vita intelligente su di un pianeta diventa tale quando, per la prima volta, elabora una ragione della propria esistenza. Se delle creature superiori provenienti dallo spazio mai visiteranno la Terra, la prima cosa che domanderanno, per stabilire il nostro livello di civilizzazione, sarà: “Hanno già scoperto l’evoluzione?”».
La vita intelligente su di un pianeta diventa tale quando, per la prima volta, elabora una ragione della propria esistenza. Se delle creature superiori provenienti dallo spazio mai visiteranno la Terra, la prima cosa che domanderanno, per stabilire il nostro livello di civilizzazione, sarà: “Hanno già scoperto la pulizia delle toilette accessibili?”.

Certamente ho dovuto ricorrere a tutta la mia presunzione per osar deturpare gli endecasillabi più belli e più famosi del mondo. Quindi… abbi misericordia di me nonno Dante, e perdonatemi anche voi.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai con diagnosi non fausta,
ché la normale via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era non mi basta
est’handicap selvaggio e aspro e forte
che nel pensier rinova la paura!

E chi non ha mai sfogliato Cuore di Edmondo De Amicis? Per qualcuno poi è stato un testo fondamentale, perché nella sua vita, dopo questo libro, ha solo più letto i testi dei messaggini di WhatsApp…«Ottobre
Il primo giorno di scuola
17, lunedì
Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia».
Ottobre
Il primo giorno di scuola
17, lunedì
Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia, anche perché avevo la stessa insegnante di sostegno dell’anno addietro.

In questa mia piccola raccolta era comunque d’obbligo trovare un posticino pure per la “bibbia”. No, cos’avete capito? Non sto parlando delle Sacre scritture, bensì di un’altra opera parimenti venerabile, gli Esercizi di stile del grande Raymond Queneau.
«1. Notazioni
Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria».
Notazioni
Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, fisico floscio con una carrozzina al posto degli invalidi, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con il badante. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria.

Umorismo, delicatezza e un mare di simpatia caratterizzano il potente ansiolitico Tre uomini in barca (per tacer del cane) dell’imperdibile Jerome Klapka Jerome, un’arma efficacissima contro il logorio della vita moderna.
«Eravamo in quattro: Giorgio, Guglielmo Samuele Harris, io e Montmorency. Seduti nella mia stanza, si fumava e si parlava di come stessimo male… male, intendo, rispetto alla salute. Ci sentivamo tutti giù di morale, e la cosa ci preoccupava molto».
Eravamo in quattro: Giorgio, Guglielmo Samuele Harris, io e Montmorency. Seduti nella stanza del centro diurno, si fumava di nascosto e si parlava di come stessimo male… male, intendo, rispetto alla salute. Ci sentivamo tutti giù di morale, e la cosa ci preoccupava molto.

Aspettando Godot di Samuel Beckett (e so di sfondare una porta aperta) è lo specchio della condizione umana: interminabili attese, assenza di cambiamenti sostanziali, evoluzioni insignificanti di microeventi, gesti ripetitivi, squallore, risate sguaiate, irrazionalità. Teatro dell’assurdo? Mica poi così tanto…
«Atto Primo
Strada di campagna, con albero. È sera.
Estragone, seduto per terra, sta cercando di togliersi una scarpa. Vi si accanisce con ambo le mani, sbuffando. Si ferma stremato, riprende fiato, ricomincia daccapo».
Atto Primo
Strada di campagna, con albero. È sera.
Estragone, seduto in carrozzina, sta cercando di grattarsi la schiena. Vi si accanisce con ambo le mani, sbuffando. Si ferma stremato, riprende fiato, ricomincia daccapo.

«Carissimo Pinocchio, amico dei giorni più lieti…» gorgheggiavano Gigliola Cinquetti e Johnny Dorelli negli Anni Sessanta e così ce lo ricordiamo noi tutti, con tenerezza, ripensando all’ineguagliabile personaggio creato dalla fantasia di Carlo Lorenzini-Collodi.
«C’era una volta…
– Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno».
C’era una volta…
– Un handicappato! – diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un diversamente abile.

Tutti i bignami sono concordi nell’affermare che pure in Delitto e castigo Dostoevskij illustra il tema del conseguimento della salvezza attraverso la sofferenza. Sono distrofico e ne ho già sentito parlare da qualche parte…
«All’inizio di un luglio caldissimo, sul far della sera, un giovane uscì dallo stambugio che aveva preso in affitto nel vicolo S., scese in strada e lentamente, quasi esitando, si avviò verso il ponte di K.».
All’inizio di un luglio caldissimo, sul far della sera, un giovane uscì dallo stambugio del cohousing che aveva preso in affitto nel vicolo S., scese in strada grazie a uno scivolo e lentamente, quasi esitando, si avviò verso il ponte di K.

Italo Calvino ha sempre avuto un posto speciale nella mia mente e nel mio cuore. E quindi pensavate forse che non sarei riuscito a trovargli uno spazietto anche qui?
«Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto».
Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo “Nomenclatore tariffario” del Ministero della Salute. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto.
Primo Periodo

Nella colonnina qui a fianco a destra, riportiamo l’elenco dei vari contributi di Gianni Minasso pubblicati da «Superando.it», per la rubrica intitolata A 32 denti (Sorridere è lecito, approvare è cortesia).

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